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Sul Simbolo che portiamo

giorgio barbagallo

Secondo una leggenda giapponese, il simbolo che ci accomuna, ebbe la sua origine dal fondatore del clan Hojo, Tokimasa Hojo (1138-1215), che si recò presso la isola di Enoshima (al sud dell'attuale Tokio), dove si trovava una caverna dentro la quale, secondo le leggende, abitaba un drago.

Tokimasa si recò presso di essa a pregare per la prosperità della sua famiglia, e il drago gli offrì tre delle sue squame, che da quel momento diventò il simbolo del suo clan, con la forma che conosciamo.

Il clan Hojo ebbe diversi momenti, migliori e peggiori, durante la storia del Giappone, l'episodio più decisivo fu l'intervento nella lotta contro i mongoli nel momento di massima espansione (secolo XIII). A partire da questo episodio, l'uso di questo simbolo si estese per tutto il Giappone, essendo relativamente conosciuto, e nell'attualità si è ultilizzato con molta frequenza in disegni, fumetti, giochi , loghi commerciali e di altro tipo.


D'altro canto, è molto interessante la relazione di questo simbolo con lo shintoísmo, la principale religione del Giappone. Secondo una credenza shintoísta, ogni essere vivente possiede quattro spiriti che resiedono nell'anima, e determinano certe caratteristiche, sono le seguenti:

- Ara-mitama: determina il valore.

- Nigi-mitama : determina l'amicizia.

- Kushi-mitama: determina la sapienza.

- Saki-mitama: determina l'amore.


Quando questi quattro aspetti si trovano in armonia, questa creatura si considera un naohi, que sarebbe qualcosa come uno "spirito vero", che lo condurrà ad una vita di pace; senza dubbio, se si commete un atto malvagio, la persona può convertirsi in uno spirito tormentato e trasformarsi in cattivo. Al termine, tutta questa visione è una filosofia sul bene e il male.

Il nostro kamon, rappresenta le squame del drago protettore dei pescatori e guardiano della famiglia Hôjô, cosí come stimmatizzano l'equilibrio e la relazione tra la famiglia feudale,il suo popolo e i suoi guerrieri o difensori; mostra i lati che conformano questi triangoli, insinuando il fatto che "li stanno", però senza mostrarsi totalmente.

Per il fatto che non tutti gli appartenenti al Fûma-ryû erano di origine nobile, e che non potevano utilizare il kamon Hôjô originale, Hôjô Seoûn consegnò questo kamon al primo Kôtarô Kazama per la sua lealtà e onore mostrato in bataglia.

*TUTTI I DIRITTI RISERVATI -

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Autore: Federico Fava Colucci Traduzione: Giorgio Barbagallo

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